L’osteoporosi è una patologia ossea molto comune e spesso sottovalutata, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Essa può portare a gravi conseguenze sulla qualità della vita, aumentando il rischio di fratture e limitando la mobilità. Conoscere l’osteoporosi, i suoi sintomi, le cause, le modalità di diagnosi e trattamento, così come le strategie di prevenzione, è fondamentale per gestire al meglio questa condizione e mantenere un elevato livello di benessere.

In questo articolo esploreremo in profondità il tema dell’osteoporosi per comprendere meglio questa patologia e affrontarla in modo proattivo.

Che cos’è l’osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia cronica caratterizzata da alterazioni della struttura scheletrica, che aumenta la fragilità delle ossa e la predisposizione alle fratture, in quanto comporta il deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo e una riduzione della massa ossea.

Si stima che in Italia l’osteoporosi colpisca circa 5 milioni di persone, di cui l’80% sono donne in post menopausa. Secondo i dati ISTAT relativi all’anno 2020, l’8,1% della popolazione italiana ha dichiarato di essere affetto da osteoporosi, con prevalenza che aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età. Le persone oltre i 74 anni affette da osteoporosi sono il 32,2%, di cui il 47% donne e il 10,3% uomini (Ministero della Salute).

Il ciclo vitale dell’osso

L’osso è un tessuto dinamico e in costante evoluzione, che si rigenera continuamente attraverso un processo chiamato rimodellamento osseo. Questo processo coinvolge due tipi di cellule: gli osteoclasti, responsabili della degradazione e riassorbimento dell’osso vecchio, e gli osteoblasti, che sintetizzano nuovo osso. Il rimodellamento osseo è essenziale per mantenere l’integrità e la forza dello scheletro, per regolare il bilancio minerale dell’organismo e per adattare l’osso alle diverse sollecitazioni meccaniche.

Il ciclo vitale dell’osso inizia con la fase di attivazione, durante la quale gli osteoclasti si legano alla superficie dell’osso e iniziano a rimuovere il tessuto osseo vecchio o danneggiato. Successivamente, gli osteoblasti si muovono nella zona precedentemente occupata dagli osteoclasti e iniziano a produrre nuovo osso, attraverso un processo chiamato ossificazione. Una volta terminata l’ossificazione, gli osteoblasti maturano in osteociti, che sono cellule ossee mature e funzionali, responsabili della manutenzione della massa ossea.

In condizioni normali, il processo di rimodellamento osseo è equilibrato e l’osso viene costantemente rigenerato senza compromettere la sua struttura e funzione. Tuttavia, in presenza di fattori che alterano questo equilibrio, come l’invecchiamento, squilibri ormonali o carenze nutrizionali, la formazione di nuovo osso può rallentare, portando all’osteoporosi e all’aumento del rischio di fratture. 

Tipi di osteoporosi: primaria, secondaria e idiopatica

L’osteoporosi può essere classificata in tre tipologie principali:

  1. primaria: è la forma più comune e si sviluppa principalmente a causa dell’invecchiamento e delle alterazioni ormonali, come la menopausa nelle donne.
  2. secondaria: è causata da altre condizioni mediche, come malattie endocrine, renali o gastrointestinali, o dall’uso prolungato di alcuni farmaci, come corticosteroidi e anticonvulsivanti.
  3. idiopatica: è una forma rara che colpisce individui senza cause apparenti o fattori di rischio noti, spesso in età giovanile o in età adulta.

Le cause dell’osteoporosi: fattori di rischio e come influiscono sulla salute ossea

L’osteoporosi è una patologia influenzata da una serie di fattori di rischio, alcuni dei quali modificabili e altri non modificabili.

Tra i fattori non modificabili, l’età è uno dei principali: con l’avanzare degli anni, il processo di rimodellamento osseo tende a rallentare, favorendo la perdita di massa ossea. Il sesso è un altro fattore determinante, poiché le donne sono più predisposte all’osteoporosi, soprattutto dopo la menopausa, a causa della diminuzione degli estrogeni. Anche la genetica e l’etnia giocano un ruolo importante, con alcune popolazioni, come i caucasici e gli asiatici, che presentano un rischio maggiore.

Tra i fattori ormonali, la menopausa nelle donne e l’ipogonadismo negli uomini sono cause comuni di osteoporosi, poiché entrambi comportano una riduzione degli ormoni sessuali che proteggono la massa ossea.

Una dieta povera di calcio e vitamina D, entrambi essenziali per la formazione e il mantenimento del tessuto osseo, può contribuire allo sviluppo dell’osteoporosi. La carenza di questi nutrienti può derivare da un’alimentazione squilibrata o da problemi di assorbimento intestinale.

Infine, uno stile di vita sedentario, il fumo di sigaretta e un consumo eccessivo di alcol sono fattori modificabili che possono aumentare il rischio di osteoporosi. L’attività fisica regolare, in particolare gli esercizi di resistenza e di impatto, è fondamentale per mantenere la massa ossea, mentre evitare il fumo e limitare l’alcol può ridurre il rischio di perdita ossea e fratture.

Come riconoscere i segni dell’osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia subdola, spesso definita come una “malattia silenziosa”, in quanto nelle fasi iniziali può essere completamente asintomatica. Ciò significa che molte persone non si rendono conto di avere l’osteoporosi fino a quando non si verifica una frattura o un altro evento che richiede un’indagine diagnostica più approfondita. Questo rende fondamentale la prevenzione e lo screening per individuarla precocemente, soprattutto nelle persone con fattori di rischio noti.

Man mano che l’osteoporosi progredisce, possono comparire alcuni sintomi che aiutano a identificare la presenza della patologia. Uno dei sintomi più comuni è il dolore osseo e muscolare, che può manifestarsi come un dolore sordo e persistente, spesso localizzato nella schiena o nelle costole. Questo dolore può essere causato dalla degenerazione delle vertebre o dalla presenza di microfratture nel tessuto osseo.

Un altro segno tipico dell’osteoporosi è la perdita di altezza e l’adozione di una postura curva, conosciuta anche come cifosi. Questo fenomeno si verifica quando le vertebre si indeboliscono e collassano, causando un accorciamento della colonna vertebrale e una curvatura anomala. La cifosi può portare a ulteriori problemi, come difficoltà respiratorie e digestive, a causa della compressione degli organi interni.

È importante sottolineare che, anche se l’osteoporosi può causare questi sintomi, non tutte le persone li sperimentano. Inoltre, la presenza di dolore osseo o di una postura curva non è necessariamente indicativa di osteoporosi, poiché queste manifestazioni possono essere associate anche ad altre condizioni mediche. Pertanto, è fondamentale consultare un medico per una valutazione accurata e un’eventuale diagnosi di osteoporosi, soprattutto se si hanno fattori di rischio noti o si sospetta una possibile compromissione della salute ossea.

Diagnosi dell’osteoporosi: come viene identificata e valutata

La diagnosi dell’osteoporosi inizia con la valutazione dei fattori di rischio, che può includere una raccolta dettagliata della storia clinica del paziente e un esame fisico completo. Il medico può chiedere informazioni su eventuali fratture pregresse, stili di vita, assunzione di farmaci e presenza di condizioni mediche associate all’osteoporosi. Inoltre, può essere valutata la storia familiare, per individuare eventuali predisposizioni genetiche alla malattia.

Gli esami del sangue e delle urine possono fornire informazioni aggiuntive sulla salute ossea e aiutare a identificare possibili cause sottostanti alla patologia. Ad esempio, possono essere misurati i livelli di calcio, fosforo, vitamina D, ormoni tiroidei e paratiroidei, nonché altri marker del metabolismo osseo. Questi test possono aiutare il medico a escludere altre patologie che possono influenzare la massa ossea e a valutare la necessità di ulteriori indagini diagnostiche.

La densitometria ossea è la tecnica di riferimento per la diagnosi dell’osteoporosi. Si tratta di un esame non invasivo e a basso dosaggio di radiazioni che misura la densità minerale ossea (DMO) in vari siti scheletrici, come la colonna vertebrale, il femore e l’avambraccio. I risultati vengono espressi come un punteggio T, che indica il numero di deviazioni standard rispetto alla DMO media di una popolazione giovane e sana dello stesso sesso. Un punteggio T inferiore a -2,5 è considerato indicativo di osteoporosi.

Altri metodi diagnostici, come la radiografia, la risonanza magnetica e la tomografia computerizzata, possono essere utilizzati per valutare ulteriormente la struttura ossea, identificare fratture o escludere altre condizioni mediche che potrebbero influenzare la salute ossea. Tuttavia, questi esami sono generalmente meno sensibili e specifici della densitometria ossea per la diagnosi dell’osteoporosi e vengono impiegati in situazioni particolari o quando la densitometria ossea non è sufficiente per una valutazione completa.

Cure per l’osteoporosi: controllo della malattia e prevenzione delle fratture

Non esiste al momento una cura specifica per l’osteoporosi. Tuttavia, attraverso un sano stile di vita, una dieta e un esercizio fisico mirati, e talvolta il ricorso a specifici farmaci, è possibile controllare in modo soddisfacente questa condizione, riducendo significativamente il rischio di frattura.

Il trattamento dell’osteoporosi ha infatti come obiettivo principale la riduzione del rischio di fratture, il miglioramento della qualità della vita e la prevenzione delle complicanze associate alla patologia. Questo si ottiene attraverso l’adozione di terapie farmacologiche e non farmacologiche, che mirano a rallentare la perdita ossea, stimolare la formazione di nuovo osso e migliorare la resistenza e la funzione muscoloscheletrica.

Terapie farmacologiche

Le terapie farmacologiche per l’osteoporosi sono molteplici, a seconda del loro meccanismo d’azione e delle specifiche indicazioni cliniche. I bifosfonati sono tra i farmaci più comunemente usati per il trattamento dell’osteoporosi. Agiscono inibendo l’azione degli osteoclasti, le cellule responsabili della degradazione del tessuto osseo, riducendo così il riassorbimento osseo e aumentando la densità minerale ossea.

Esistono poi terapie farmacologiche specifiche per trattare l’osteoporosi postmenopausale nelle donne come i modulatori selettivi dei recettori degli estrogeni (SERM).

Il trattamento della patologia varia ovviamente da paziente a paziente: il medico curante saprà individuare la terapia specifica per ogni paziente.

Terapie non farmacologiche

Esercizio fisico e fisioterapia

L’attività fisica regolare è fondamentale per mantenere la massa ossea e migliorare l’equilibrio e la funzione muscolare, riducendo il rischio di cadute e fratture.

Gli esercizi fisici di carico implicano attività in cui il peso del corpo agisce sulle ossa, fornendo un impulso benefico per la deposizione ossea e aumentando la densità ossea. Queste attività includono camminare, fare escursioni, ballare, salire le scale, esercizi aerobici e, in caso di osteoporosi non grave, anche una corsa leggera. Per ottenere risultati efficaci, si consiglia di praticare questi esercizi almeno 2-3 volte a settimana.

Gli esercizi di resistenza, che prevedono l’uso di pesi leggeri o elastici, contribuiscono a rafforzare e a rendere più flessibile la muscolatura. Una muscolatura più forte e flessibile riduce il rischio di cadute e, di conseguenza, di fratture. Per apprezzare i benefici di questi esercizi, è opportuno praticarli 2-3 volte a settimana.

Infine, gli esercizi posturali di equilibrio mirano a migliorare l’allineamento del corpo e la stabilità. Per ottenere i migliori risultati, è importante eseguirli con regolarità.

La fisioterapia può aiutare a personalizzare un programma di esercizi adatto alle esigenze e alle capacità di ciascun paziente e a gestire eventuali problemi muscoloscheletrici associati all’osteoporosi.

Integrazione di calcio e vitamina D

Un apporto adeguato di calcio e vitamina D è essenziale per la salute ossea. In molti casi, è possibile ottenere la quantità raccomandata di questi nutrienti attraverso la dieta, ma in alcuni pazienti può essere necessario ricorrere a integratori alimentari. Il medico può consigliare dosaggi specifici di calcio e vitamina D in base alle esigenze individuali e ai livelli ematici di questi nutrienti.

Trattamenti complementari e alternativi

Alcune terapie complementari e alternative, come l’agopuntura, il tai chi e il qi gong, possono essere utili nel controllo dei sintomi dell’osteoporosi e nel miglioramento della qualità della vita. Tuttavia, è importante sottolineare che queste terapie dovrebbero essere considerate come un complemento alle terapie convenzionali, piuttosto che come un sostituto. Prima di intraprendere qualsiasi terapia alternativa, è consigliabile discutere con il medico e valutare attentamente i potenziali benefici e rischi.

Il trattamento dell’osteoporosi richiede pertanto un approccio integrato e personalizzato, che tenga conto delle esigenze e delle condizioni specifiche di ciascun paziente. Le terapie farmacologiche e non farmacologiche, in combinazione con uno stile di vita sano e una buona gestione dei fattori di rischio, possono contribuire a controllare la malattia e a ridurre il rischio di fratture, migliorando la qualità della vita delle persone affette da osteoporosi.

Come prevenire l’osteoporosi per ridurre il rischio di sviluppare la malattia e le sue complicanze

La prevenzione dell’osteoporosi è cruciale, poiché i trattamenti disponibili non consentono di guarire completamente dalla malattia, ma solo di arrestarne o rallentarne l’evoluzione. Pertanto, è essenziale iniziare a prevenire l’osteoporosi in giovane età. Durante questa fase della vita, infatti, si raggiunge il massimo livello di massa ossea e si accumula un “patrimonio” di minerali nelle ossa, principalmente calcio, che determina la solidità dello scheletro negli anni successivi. Ottenere un adeguato picco di massa ossea durante la gioventù rappresenta un investimento per il futuro e riduce la probabilità di sviluppare osteoporosi in età avanzata.

Prevenzione primaria: stili di vita sani e integrazione di calcio e vitamina D

La prevenzione primaria dell’osteoporosi si concentra sull’adozione di stili di vita sani per promuovere la salute ossea e prevenire la perdita di massa ossea nel tempo. Un’alimentazione equilibrata, ricca di calcio e vitamina D, è fondamentale per garantire un apporto adeguato di questi nutrienti essenziali. È possibile ottenere calcio e vitamina D attraverso alimenti come latticini, verdure a foglia verde, pesci grassi e cereali fortificati ma, come anticipato prima, in alcuni casi potrebbe essere necessario l’uso di integratori alimentari, sempre sotto la supervisione di un medico.

Anche la già menzionata attività fisica regolare aiuta a mantenere la massa ossea e a migliorare l’equilibrio e la funzione muscolare, riducendo il rischio di cadute e fratture. È importante sviluppare un programma di esercizi adeguato alle proprie capacità e necessità, e mantenerlo nel tempo.

Prevenzione secondaria: screening per individuare e trattare precocemente l’osteoporosi

La prevenzione secondaria dell’osteoporosi si basa sulla diagnosi precoce e sul trattamento tempestivo della malattia, per evitare la progressione e le complicanze associate. Lo screening mirato può essere utile per individuare le persone a rischio di osteoporosi.

Prevenzione terziaria: strategie per ridurre il rischio di fratture in pazienti con osteoporosi

La prevenzione terziaria dell’osteoporosi si focalizza sulla riduzione del rischio di fratture e sulla prevenzione delle complicanze in pazienti già affetti dalla malattia. Questo include l’implementazione di terapie farmacologiche e non farmacologiche appropriate, esercizi fisici e integrazione di calcio e vitamina D. Inoltre, è importante monitorare attentamente l’efficacia del trattamento e adattarlo in base ai risultati ottenuti e alle esigenze del paziente.

Gestione dei fattori a rischio legati allo stile di vita

La gestione dei fattori di rischio legati allo stile di vita è fondamentale per ridurre il rischio di sviluppare osteoporosi. Un comportamento scorretto, che includa abitudini quali fumare, bere eccessivamente e condurre una vita sedentaria, può incrementare la probabilità di contrarre la malattia. Pertanto, è importante adottare uno stile di vita sano fin dalla giovinezza per prevenire l’insorgenza dell’osteoporosi.

Per riassumere, prevenire e gestire l’osteoporosi è fondamentale per mantenere una buona salute ossea e ridurre il rischio di fratture nel corso della vita. Adottare uno stile di vita sano fin dalla giovinezza e prestare attenzione ai fattori di rischio può fare la differenza nel prevenire l’insorgenza della malattia. Se sospetti che tu o un tuo caro abbia l’osteoporosi o desideri ulteriori informazioni sulla prevenzione e il trattamento, ti invitiamo a consultare un medico. Un approccio proattivo e una comunicazione aperta con un medico ti permetteranno di affrontare al meglio questa patologia e proteggere la salute ossea a lungo termine.